Oltre a tutto questo, il mio pensiero è corso istintivamente all'associazione di cui ho fatto parte per tanti anni, "Gli amici di Luca", che ha trovato il modo di affiancare, con una sinergia incredibile, volontari e dipendenti (in parte pubblici, sotto l'ASL di Bologna, in parte dell'associazione), in un progetto che -per quanto sembrasse ambizioso all'inizio- ha saputo crescere e aiutare decine e decine di famiglie, ovvero la Casa dei Risvegli. E, da volontaria, credo che -senza nulla togliere alla passione di chi ci lavora ogni giorno- chi decide di dedicare parte del proprio tempo libero ad attività come queste, regali una forza e una voglia di fare che diventano risorse insostituibili, spesso proprio perchè slegate dall'ottica del guadagno a sè stante.
Al di là di queste considerazioni, puramente personali, mi trovo comunque a riflettere su tutte quelle famiglie che si prendono cura di un parente con disabilità ed esigenze particolari, che spesso richiedono una quantità di tempo e denaro non sempre disponibili. Secondo la logica del Ministro, a chi dovrebbero rivoglersi? "il ruolo pubblico dovrebbe dare credibilità inserendosi nella relazione tra la persona e il mondo assicurativo". In sostanza, o ci si può permettere una copertura assicurativa o niente, lo Stato non può più permettersi di spendere soldi in questi progetti, è questo il succo del discorso?
Ho cercato un'altra chiave di lettura, ma non l'ho trovata, anzi; mi sono sembrate parole terribilmente simili, come impatto, al decreto approvato da Monti giusto un paio di giorni prima del terremoto in Emilia, suonato come una drammatica previsione: "In caso di terremoto, alluvione, o di ogni altra catastrofe naturale, lo Stato non pagherà più i danni ai cittadini. Che, dunque, per vedere la casa o l'azienda ricostruita, avranno una sola strada: ricorrere all'assicurazione 'volontaria' ".
Due notizie diverse sotto tanti aspetti, ma accomunate dalla mia impressione di fondo che neanche questo governo sia in realtà minimamente interessato a chi vive in questo paese. Persone normali, con piccole e grandi tragedie quotidiane, che si sono trovate davanti a degli imprevisti, nella loro vita, e che ora non sanno più come far fronte alla richiesta di un altro piccolo sacrificio. Perchè non ce n'è più, da dare, e non voglio credere che la possibilità di reagire e poter affrontare la disabilità (o le catastrofi) sia diventato un lusso per pochi.
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