Per anni ho scelto di non tornarci, in quella casina che da piccola sentivo troppo stretta rispetto a quella di montagna, enorme e con mille segreti. Quella casina che aveva angoli che mi spaventavano, ma non potevo dirlo a nessuno perchè mi avrebbero preso in giro. Poi pian piano il processo di assoluzione nei confronti di un luogo che non ha colpe è iniziato, e - complice la necessità di risparmiare un po' - venire qui due settimane all'anno è diventato prima una cosa ovvia, che sai che accadrà perchè non hai molta scelta, poi senza volerlo anche un piacere. Perchè, volente o nolente, qualche bel ricordo alla fine affiora (mia sorella Laura che di nascosto dalla nonna mi cura le sbucciature sulle ginocchia perchè sono caduta dalla bici provando a pedalare da in piedi, i bomboloni e la crescente, i bagni senza andare troppo al largo perchè la nonna non voleva...), e anche se è intervallato da altri che fanno ancora male, alla fine un sorriso salta sempre fuori.
E poi, in questi anni, ho trovato nuovi punti di riferimento, solo miei. E poi, va a finire che non riesco a non pensare a se e quando avrò io un bimbo da far giocare a riva.
Insomma, anche queste vacanze sono finite, quest'anno con un sapore nostalgico più forte del solito. Al "voglio torna' bambino", però, stavolta si mescola una nuova voglia di crescere: con le mie ingenuità, le mie illusioni e i miei sogni ad occhi aperti, che mi fanno restare sempre un po' bimba dentro.
Ma è ora di tornare a casa, alla mia vita da adult-in-progress, a cercare di guadagnare qualche altro metro sulla strada verso la vita che vorrei per me. E se questo significa tirare fuori scheletri dagli armadi e smettere di torturare certe ferite per lasciarle guarire, va bene. Forse questa volta sono pronta.
Ehi, quali sono gli angoli che ti facevano paura? Se devo indovinare, direi il garage, dove c'è sempre qualche ragno di troppo. O il giardinetto dietro, erbacce e zanzare. O forse questi sono i posti che non piacciono a me...
RispondiEliminaC'era un armadio a muro, aperto, nella camerina, dal lato in cui dormivo io. Era buio e mi terrorizzava, ed era prorpio dal lato in cui da sempre tenevo la testa. Cambiare verso avrebbe sollevato domande e prese in giro, quindi me tenevo la paura. E il garage, sì, ma perchè con le porte chiuse era buio buio e pieno di pericoli immaginati...
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